GIOCO DI CARTE (e altre poesie...)
Le poesie sono delle carte. E un po’ come le carte, a me piace pescarle dal mazzo. Alcune sono recenti, alcune meno e alcune aspettano ancora di uscire, per poter giocare.
E' il conforto di te
che mi accoglie piano.
E bevo dalla mano
le tue parole silenziose
che levano la sete.
E dormo nel tuo sonno
la notte di Capodanno.
Acqua e fuoco intorno.
Vorrei
che tu
li aprissi
gli occhi.
Il sonno
ti allontana.
Ti ruba
a un'alba
melograna.
E' tempo
di mela.
L'albero
curva
il ramo
e la sfera
vola.
Uno spicchio
ancora.
Fammi
assaggiare
qual è
il sapore
della vita
matura.
Sbava questo cielo
come d'olio.
Scola scura
questa acqua
come stracci
trascinati zuppi.
Beve la grondaia
avida di pioggia
e il fuoco bagnato
della stoppa
scende in gola.
L'aria secca cede
sotto il peso
della goccia.
E il fango
esulta e spurga
dentro il ventre
della terra.
Cento passi
mille passi
un passo
ancora.
Manca un'ora
alla fine
di questo amore
che scola,
che esce
dal cuore.
Rallento,
provo a
frenare,
ad andare
controvento,
a vedere
dov'è che
si è rotto,
a cercare
la crepa
indiscreta.
Come lana
sfilata,
come maglia
slabbrata,
riparo la trama,
la cucio
con fili di seta
mentre dormo
nell'attesa.
Manca un'ora
ancora
e non so
se nel cuore
c'è posto,
se l'amore
si è rotto
e non so
se muovere
il passo.
Il sole
cede
il posto.
Ma quale
rosso?
Qual è
l'istante
che diventa
sera,
l'attimo primo
che nasconde
la luna?
E quale
il giorno
ultimo
d'autunno
e il primo
d'inverno,
quale l'età
che curva
le spalle?
Il confine
della sera
non ha
frontiera.
Voglio riposare
su questo mare
e sciacquare
i pensieri
nelle onde,
mettere sale
nei capelli
e sirene
nei tuoi sogni.